Originariamente la Loggia era il luogo deputato alle riunioni e alle discussioni tra i capifamiglia e il Vicario (ossia l’autorità locale che amministrava il borgo prima a nome dei signori di Padova, poi per conto della Repubblica di Venezia), a proposito di problemi di ordine economico e giuridico.
Realizzata nel XIII secolo, alla Loggia si accedeva attraverso l’arco che dava sulla piccola piazza antistante (l’attuale Piazza San Marco), dopo essere stati convocati al suono della campana. La Casa del Vicario era immediatamente adiacente alla struttura: oggi gli ambienti sono occupati da un piccolo bar. L’interno della Loggia è decorato con alcuni degli stemmi familiari dei vicari che hanno amministrato il borgo nel corso dei secoli. Sulla parete opposta all’entrata dell’Oratorio della Santissima Trinità (che doveva ospitare funzioni religiose celebrate al termine delle assemblee che si svolgevano nella Loggia) sono ancora visibili due monofore (oggi tamponate), una bifora (anch’essa richiusa) e si possono osservare pure i lacerti dell’affresco trecentesco, di autore ignoto, raffigurante San Giuliano Ospitaliere che uccide erroneamente i propri genitori. Nel 1828 il tetto originario fu demolito e la Loggia rimase a lungo scoperta fino a quando, nel 2003, il Comune di Arquà Petrarca ha dato avvio ai lavori che hanno portato alla realizzazione di una nuova copertura in rame e vetro: i riflessi azzurri dei raggi solari, filtrati dalle capriate vitree, rendono ancora più suggestiva la visita della struttura.