Fatta costruire nel 1251 da Ezzelino III da Romano (che dominò la città dal 1237 al 1257) per essere utilizzata come prigione, la cosiddetta Torre di Malta è l’imponente struttura internamente addossata a Porta Padova. Si tratta di un edificio a pianta quadrangolare di circa 18×18 metri, alta oltre 38 metri.
Sul suo prospetto esterno si possono osservare gli affreschi raffiguranti l’insegna del Comune di Padova (una grande croce rossa in campo bianco) e lo stemma della famiglia dei Carraresi (il carro).
Molte sono le cronache dell’epoca che raccontano i terribili trattamenti cui erano sottoposti i prigionieri che vi erano rinchiusi. La torre si creò una fama tanto nefasta che anche Dante, nella Divina Commedia, le dedicò alcuni versi.
Nel 1256, dopo la cacciata da Padova di Ezzelino, gli abitanti di Cittadella aprirono le porte della città a Tiso di Camposampiero, che liberò i prigionieri detenuti presso la Torre – che versavano in condizioni disperate – e che fece brutalmente uccidere i sostenitori del tiranno.
Attualmente la struttura ospita una sala conferenze al pian terreno e il Museo Archeologico ai piani superiori.