Il complesso è frutto dell’ampio rimaneggiamento settecentesco di una preesistenza seicentesca, che il nuovo gruppo di immobili ingloba senza coprirne totalmente la traccia. I lavori vennero avviati per volere di Nicolò da Ponte, con la costruzione di nuove strutture: la cappella, consacrata nel 1759, e la peschiera, oggi non più visibile, per la quale nel 1758 venne richiesta l’investitura delle acque provenienti dal fiume Tergola a S. Andrea.
Oggi il complesso ha una pianta a forma di “U”, aperta verso il fronte strada; la facciata principale era in origine quella rivolta a sud, con la consueta disposizione est-ovest del fabbricato. Questa è inquadrata dai pilastri della cancellata posta lungo il corso d’acqua ed è divisa in cinque assi forometrici, con portale al centro e doppie finestre ai lati. Tutte le aperture sono contornate in pietra: quelle al piano terra risultano semplicemente architravate, mentre al piano nobile hanno architrave sormontato da un timpanetto alternativamente ad arco e triangolare; l’asse centrale è occupato da un portale archivoltato. Le aperture al primo piano danno su balaustre a colonnine. Per quanto riguarda gli interni, particolarmente pregevole è la stanza della musica, a doppio piano e contornata da una splendida balaustra lignea. Al centro del soffitto è affrescato l’incontro tra Nicolò da Ponte, in veste di guerriero, e la personificazione della Fama; alle pareti, entro finte architetture, si trovano le immagini allegoriche delle quattro stagioni.
I corpi rustici si elevano per due piani, con interni caratterizzati da intelaiatura lignea di sostegno al tetto, realizzato in capriate semplici. L’oratorio, infine, occupa la testa del corpo posto a nord: esso è dotato di un piccolo campanile a tre aperture, di una fronte inquadrata da lesene con capitello e architrave sul quale poggia il timpano triangolare. L’interno è diviso in due aule separate da lesene.