Il complesso nacque come monastero certosino alla metà del Cinquecento. I lavori di costruzione, tuttavia, terminarono solo nel 1623, quando la Certosa risulta finalmente completata e funzionante, con la chiesa, tre chiostri, le celle, il refettorio, la cucina, la barberia e la sala conversi.
Dopo la soppressione degli ordini monastici nel 1768, il complesso venne acquistato dai marchesi Maruzzo nel 1770, i quali diedero avvio ai lavori di trasformazione del monastero in residenza. È per questo motivo che la struttura viene oggi catalogata come villa veneta. Verso la fine del Settecento, il complesso passò in mano ai baroni Zigno, che ne fecero la loro residenza di villeggiatura. Durante la Prima Guerra Mondiale le strutture vennero utilizzate come caserma, mentre nella Seconda come polveriera e residenza di senzatetto.
La villa (oggi non accessibile internamente) è a due piani, con fronte principale rivolto a sud-est scandito da sette assi forometrici al piano nobile; le aperture sono architravate e prive di decoro. Dell’originario complesso monastico resta la chiesa: la sua facciata è caratterizzata da un portale inserito in un’edicola tra due colonne con capitello corinzio che sostengono la trabeazione e il timpano; nella lunetta si conserva ancora un lacerto di affresco raffigurante la Deposizione del Cristo tra gli Angeli. All’interno della chiesa, decori sette e ottocenteschi ricoprono le pitture tardo-cinquecentesche; è inoltre presente un pregevole altare in marmo.