Villa Roberti fu costruita, tra il 1549 e il 1553, sul sito dove oltre due secoli prima era sorto il castello della famiglia dei Maccaruffo, di cui restano oggi solamente la torre trecentesca (poi adibita a colombara) e il pozzo situato davanti alla barchessa.
A seguito della sconfitta nella guerra contro Venezia, nel 1405, ai Carraresi e ai loro alleati vennero confiscate e vendute all’asta tutte le proprietà . Tale destino toccò anche al castello dei Maccaruffo, che nel 1422 venne comprato dalla famiglia Roberti. A cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, Girolamo Roberti affidò all’architetto Andrea Della Valle (cui si deve anche il progetto di Villa dei Vescovi e della Basilica di Santa Giustina a Padova) la realizzazione dell’attuale complesso, comprendente villa e barchessa.
La decorazione degli ambienti interni fu affidata a Giambattista Zelotti e a Paolo Veronese. Al salone nobile lavorarono, in particolare, gli artisti della scuola di quest’ultimo, che dipinsero scene dei miti narrati nelle Metamorfosi di Ovidio. Villa Roberti comprendeva anche una serie di annessi a uso agricolo, quali il granaio, la stalla, il pollaio, il forno, nonché un orto, una peschiera e alberi da frutto.
Tra il Seicento e il Settecento la villa venne acquisita dalla famiglia dei Frigimelica, che ne fece la propria sontuosa residenza estiva, arricchendola con una serie di pregevoli stucchi al piano nobile e dotandola di una piccola cappella privata. Nel 1786 la villa divenne proprietà di Alvise Selvatico e, dopo di lui, si succedettero i De Lazara-Brusantini, i Breda, i Solomn e i Treves de Bonfili. Nel 1973 venne infine acquisita da Giampiero Bozzolato, che la dotò di una ricca biblioteca che utilizzava come suo studio personale.
La villa, che si imposta su uno zoccolo seminterrato, si articola su due piani (quello superiore un tempo adibito a granaio). Il prospetto principale dell’edificio è caratterizzato da un loggiato aperto in tre fornici, cui si accede attraverso uno scalone del XVII secolo.