Il casone era la tradizionale abitazione dei contadini che abitavano la pianura veneta ai tempi della Serenissima.
All’epoca la terraferma, che costituiva il granaio della Repubblica di Venezia, ne era costellata ma oggi poche sono le strutture superstiti e il cosiddetto Casone Azzurro di Vallonga è un bell’esempio di recupero e valorizzazione di queste significative testimonianze materiali della cultura veneta contadina.
Si tratta di strutture piuttosto semplici, il cui elemento caratteristico è sicuramente il tetto spiovente, di forma pseudo-conica, realizzato in canne palustri poggianti su pali e travi portanti. Le pareti erano invece realizzate con graticci rivestiti di argilla. Progressivamente i casoni assunsero forme più stabili e i perimetrali in materiale leggero e deperibile vennero sostituiti da strutture in muratura.
Il sottotetto era adibito a pagliaio e spesso era collegato alla sottostante stalla per mezzo di una botola. Nell’ambiente principale generalmente si trovava un grande camino addossato alla parete. Queste abitazioni, come si è detto, erano destinate a ospitare famiglie (spesso numerose) di braccianti, che talvolta si costruivano da soli il proprio casone, sull’appezzamento agricolo affidato loro dal proprietario terriero.