Il primo nucleo del complesso, di proprietà della famiglia Barbarigo, risale agli inizi del XVI secolo e venne poi ampliato, con aggiunta di ulteriori ambienti, nel secolo successivo. Attorno alla metà del Seicento, comunque, la villa doveva aver già assunto la forma con la quale passerà in mano alla famiglia Da Zara agli inizi dell’Ottocento: la grande proprietà, cui si accedeva da un solo ingresso, era composta dalla villa con le sue adiacenze, da un grande giardino all’italiana, da una ghiacciaia e dagli annessi rustici; al tempo, il corpo mediano e le due ali simmetriche erano ancora collegati da due identici volumi porticati.
Importanti modifiche strutturali avvennero attorno alla metà del XIX secolo, quando la famiglia fece sistemare secondo le nuove esigenze il corpo settentrionale, abbandonando invece gli altri volumi che, fino all’alienazione dei beni nel 1950, non subirono sostanziali trasformazioni. Nel corpo di collegamento tra la villa e l’ala a nord venne inserita una scala, che serviva i due piani abitativi, e vennero di conseguenza modificati i percorsi distributivi e le strutture all’interno dell’abitazione. Le barchesse, in origine con arcate a due piani sovrapposti, vennero modificate con il tamponamento delle aperture e l’inserimento di un solaio all’interno. La facciata principale della villa presenta motivi baroccheggianti: il piano terra è caratterizzato da paraste, mentre al piano nobile vi sono colonne alternate a balaustre; la parte sommitale delle soffitte è aperta in piccole finestre. L’edificio è coronato da un timpano triangolare con inserito al centro lo stemma araldico dei Barbarigo. Negli interni della villa si mantengono ancora al piano nobile i pavimenti in terrazzo veneziano e la travatura lignea alla sansovina, mentre alcune sale conservano i soffitti decorati a tempera. Nel giardino sono ancora presenti la ghiacciaia e le vere da pozzo.