Quella intitolata a San Donato, ubicata a circa 2 chilometri di distanza da Cittadella, è la pieve (ossia la chiesa dotata di fonte battesimale) più antica del territorio, poiché sembrerebbe risalire almeno all’VIII secolo. A tale orizzonte cronologico risulterebbero infatti ascrivibili alcuni frammenti lapidei oggi collocati all’interno dell’edificio, sul muro nord (forse originariamente pertinenti alla balaustra che doveva dividere lo spazio occupato dai fedeli da quello destinato all’officiante). Per questa prima fase si può ipotizzare una semplice chiesa ad aula rettangolare, di ridotte dimensioni. L’antichità dell’impianto della pieve è confermata dalla stessa dedica a San Donato, vescovo di Arezzo vissuto nel IV secolo, da molti studiosi considerato come patrono dei soldati longobardi.
La pieve originaria venne però danneggiata dal sisma del 1117 e l’edificio venne ricostruito nelle forme di una chiesa a tre navate separate per mezzo di pilastri e terminanti in tre absidi. La terza fase edilizia, inquadrabile attorno al XIV secolo, previde l’abbattimento delle absidi laterali, l’ingrandimento di quella centrale e la realizzazione, attraverso la chiusura dell’ultima campata, di due ambienti probabilmente adibiti a sacrestia (di cui si conservano alcuni lacerti di affreschi con raffigurazioni di santi).
Tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, l’edificio venne accorciato di tre campate e, di conseguenza, la facciata fu fatta arretrare di poco più di una decina di metri: sul sagrato della chiesa sono ancora oggi visibili le tracce dei sei pilastri che vennero demoliti.
L’ultima fase della pieve comprende i moderni interventi, effettuati nel corso degli anni ’60 del Novecento con l’obiettivo di restituire all’edificio il suo aspetto medievale: la demolizione del campanile seicentesco, la ricostruzione delle tre absidi e la realizzazione di una copertura a capriate lignee (in sostituzione alle sette-ottocentesche volte a crociera).