La villa cinquecentesca, che sorge sui resti di una precedente casa tardo-quattrocentesca, venne ristrutturata per conto del proprietario Gaetano Savonarola attorno alla fine del Settecento.
Il fabbricato, nelle sue forme attuali, si articola su due piani, più il seminterrato e il sottotetto.
L’affaccio principale della villa originariamente era rivolto verso il fiume Brenta, ma la costruzione di una nuova strada commerciale (la “regia strada commerciale di Cittadella”) tangente al complesso lo rese ingresso secondario; una cancellata tra pilastri marca ancora l’antico ingresso verso il fiume. Proprio a seguito dello spostamento del fronte principale, si resero necessari ulteriori interventi alla metà dell’Ottocento dai nuovi proprietari dell’immobile: i Trieste. Furono loro a ingaggiare il celebre architetto Giuseppe Jappelli per la progettazione del nuovo prospetto principale e per la realizzazione del grande e lussureggiante parco. Il giardino è uno dei punti di forza della villa: il corso d’acqua che circonda il parco alimenta un lago artificiale e passeggiando all’interno del parco si incontrano qua e là gazebo, macchie di alberi secolari e prati.
La facciata è abbellita sulla sommità da statue acroteriali raffiguranti Venere, Giunone, Ercole e Flora, opera di Giovanni Bonazza. Il fronte opposto presenta come chiavi di volta mascheroni al piano terreno (sempre di Giovanni Bonazza), e teste coronate al piano superiore attribuite a Tommaso Bonazza. In una fase successiva vennero aggiunte due ali simmetriche, arretrate rispetto al profilo del corpo principale e prive dell’ultimo piano delle soffitte. Gli interni sono abbelliti da affreschi con immagini allegoriche e scene mitologiche attribuite al lavoro di Giuseppe Graziani e di un suo collaboratore attivo attorno al 1759.