Il primo documento menzionante il piccolo oratorio ubicato nel borgo medievale di Camurà e dedicato a Santo Stefano risale al 1449. Dalla stessa fonte ci è data notizia della sua precedente pertinenza a un monastero francescano già a quel tempo perduto. Il complesso monastico risultava originariamente recintato da un alto muro che avrebbe poi dato il nome all’intero borgo (variamente denominato appunto Casamurada, Camurata, Camurà o Ca’ Mura). Le fonti documentarie testimoniano una lunga fase di benessere economico del monastero, garantito dalle rendite e dai cospicui lasciti testamentari di nobili personaggi padovani. A partire dal XV secolo, tuttavia, iniziò il lento e progressivo declino della Chiesa di Santo Stefano, che cadde in stato di degrado e abbandono. Alla fine del 1500, Papa Sisto V ne affiderà la cura ai Canonici Illirici (grazie ai quali verrà peraltro eretto il campanile), che tuttavia non furono in grado di risollevare in modo sostanziale e definitivo le sorti dell’edificio. Nel 1700 la nobile famiglia dei Petrobelli, che possedeva terre e abitazioni nella zona, ne acquisì la proprietà, assumendosi l’onere dei restauri, in cambio della possibilità di partecipare alla messa qui celebrata dai Canonici Illirici.
Oggi l’edificio si presenta come una piacevole chiesa in stile gotico-benedettino, a unica navata terminante in un’abside, e con soffitto a capriate.