Nel 964 d.C., Gauslino, l’allora vescovo di Padova, volle dotare l’attuale città di Piove di Sacco di un adeguato sistema difensivo, per far fronte ai ripetuti e violenti attacchi degli Ungari nel territorio circostante: la Torre Carrarese, diventata oggi il simbolo della città, costituiva il mastio del castello fatto da lui costruire appositamente. Distrutti nel 1256 da Ezzelino da Romano (o, secondo altri, nel 1317 da Cangrande della Scala), il castello e le sue torri vennero completamente ricostruiti attorno al 1360 per opera di Francesco da Carrara, signore di Padova e conte di Piove di Sacco. Oggi la torre rappresenta l’unica testimonianza ancora in piedi dell’intero sistema di fortificazioni medievali della città.
Dal 1415, grazie all’aggiunta della cella campanaria, la torre funge da campanile per il vicino Duomo di San Martino. La struttura, alta 31 metri, è dotata di un basamento a pianta quadrata realizzato in materiale lapideo e di un alzato in laterizi su cui si aprono poche strette feritoie e si impostano paraste e archetti pensili che movimentano la muratura.
Un grande orologio, anch’esso aggiunto nel 1415, è visibile su uno dei prospetti della torre. Sotto al quadrante si possono osservare due bassorilievi (anch’essi realizzati nel XV secolo) raffiguranti rispettivamente il Leone di San Marco (simbolo della Repubblica di Venezia, che dominò la città tra il 1405 e il 1797) e San Martino a cavallo.
Sul prospetto principale della struttura si notano altri bassorilievi rappresentanti ancora una volta San Martino, il Leone di Venezia e lo stemma di Tagliapietra, podestà di Piove di Sacco, a cui con ogni probabilità si deve la conversione d’uso della torre in campanile.