Il complesso di impianto cinquecentesco è composto dal palazzo, da due barchesse, da un’esedra e da un oratorio costruiti in periodi successivi. Sebbene nasca come casa di villeggiatura, gli annessi agricoli ne sottolineano anche la funzione economica. Durante la Grande Guerra la villa venne utilizzata come ospedale militare, mentre nel secondo conflitto ospitò famiglie di sfollati. Il complesso subì un grave danneggiamento con la costruzione della nuova strada, che portò all’eliminazione del giardino antistante e alla distruzione dell’esedra, rendendo così l’edificio prospiciente al margine stradale. La casa padronale ha volume pressoché cubico e si articola in due piani, più le soffitte. Al piano nobile i prospetti sono caratterizzati da una trifora centrale archivoltata, cui si addossano in maniera piuttosto stretta le due prime aperture laterali (quasi a sembrare una pentafora); ogni finestra è abbellita da cornici modanate e da un balcone in pietra a colonne.
All’interno si ritrova il tipico salone passante, con soffitto in travi di legno, al quale si affacciano con simmetria le porte delle stanze laterali. Merita di essere ricordata la scala a tenaglia, cui si accede attraverso una volta decorata da una testa di Bacco in chiave; una scala secondaria conduce al piano superiore, un tempo probabilmente riservato alla servitù. Poco si è conservato del parco: rimane un pozzo e parte del muro di cinta; in fondo al giardino due coppie di statue su pilastri segnano gli antichi portali di accesso alla villa. Le due barchesse laterali sono caratterizzate da arcate a pieno sesto, oggi parzialmente tamponate, incorniciate da un leggero bugnato. Il piccolo oratorio tardo seicentesco, che sorge a nord del complesso, mostra un timpano triangolare e finestrone sul lato-strada, anche se l’ingresso è orientato verso la villa; all’interno è ancora possibile ammirare l’altare barocco intarsiato da marmi policromi e l’originario pavimento in cotto.